In Valle Camonica il castagno è presente su entrambi i versanti di bassa e media valle fin verso 900/1.100 metri, e fino agli anni Sessanta del Novecento la produzione e il consumo di castagne erano assai diffusi.
In valle sono state individuate 12 varietà di castagno da frutto: Agostana, Anèr, Barèra, Bilina, Blant, Catòt, Matta, Paeschì, Platèla, Rosér, Rossa, Soèrba.
STORIA
Il castagneto era tenuto in grande considerazione, un po’ come i campi di grano in pianura, vero “albero del pane”.
Le castagne erano scambiate col granoturco della pianura e provvedevano la polenta per tre quarti dell’anno.
CARATTERISTICHE
Le castagne hanno letteralmente sfamato intere generazioni di abitanti della Valle Camonica.
Con la farina si fa la pupa (o papa) de schelt, una polentina dolce o salata, oppure si lessano le castagne, tolto un pezzo di scorza, con del lauro o col rosmarino alcuni le chiamano “pelate”; se le si cuoce colla scorza allora sono dette tettole e, finalmente, se sono arrostite alcuni le dicono mondine altri mondole.
STAGIONALITÀ
La castagna è un frutto tipicamente autunnale.
CURIOSITÀ/ANEDDOTI
La castagna è un frutto molto deperibile e delicato, e va raccolta in tempi brevissimi, altrettanto importante è la conservazione, i nostri antenati hanno trovato soluzioni per prolungarla anche fino a un anno.
Il più curioso è la ricciaia, un cumulo di ricci, in campo o in appositi locali dove la castagna si conserva per molti mesi, oppure la “novena” in acqua fredda per 7/9 giorni dopo la raccolta.
Il più diffuso è però quello della lenta essicazione nell’apposito locale, la gràt.