Il Fatulì è un formaggio caprino dalle origini antiche, oggi prodotto da un numero ristretto di allevatori della capra bionda dell’Adamello così chiamata per il colore del mantello, uniforme con tonalità variabili dal marrone chiaro al biondo e sulla testa sono presenti due striature bianche estese dall’attacco delle orecchie al muso; una razza altrettanto antica di cui oggi è presente un ristretto numero di capi.
Ma è l’affumicatura con frasche di ginepro che lo rende unico.
STORIA
Il Fatulì nasce nelle malghe, alle quote alte delle montagne dell’Adamello.
In malga si producevano delle formaggelle che venivano messe a sgrondare il siero nei piatti fondi da minestra e poi messo ad asciugare sopra il camino su cui bruciavano le frasche di ginepro, una delle poche piante legnose che crescono sui pascoli alpini sopra una certa quota con cui fare fuoco.
CARATTERISTICHE
Il Fatulì è piccolo e tondo, con facce piane, con una pasta di colore giallo paglierino o intenso e leggermente occhiata. La crosta è scura e affumicata.
Tradizionalmente viene realizzato con una salatura a secco, e un’affumicatura con frasche di ginepro.
La stagionatura del Fatulì può variare da un minimo di 30 giorni ad un massimo di sei mesi, come vuole la tradizione, la lunga stagionatura lo rende più duro e saporito.
Un tempo il Fatulì veniva consumato tal quale, oggi questo formaggio viene utilizzato fresco in accompagnamento ad insalate di stagione o come ingrediente per la preparazione di risotti e sformati, oppure stagionato come formaggio da grattugia.
STAGIONALITÀ
La produzione di Fatulì è legata alla disponibilità di latte caprino, da primavera a fine autunno, poi le capre vanno “in asciutta”, a primavera partoriranno.
CURIOSITÀ/ANEDDOTI
ll termine fatulì, in dialetto, significa “piccolo formaggio”.
Si racconta, infatti, che le sue piccole dimensioni siano riconducibili all’abitudine di alcuni allevatori di usare come fascera i piatti fondi, ma era comodo anche da mettere in tasca e al pascolo, avendo fame lo si mangiava tranquilli, senza lasciarne alcun pezzo.
L’uso attuale della grata per l’affumicatura lascia sulla crosta affumicata dei caratteristici solchi lasciati dalla grata, quasi un segno di riconoscimento. E’ riconosciuto come Presidio Slow Food.