Verdura e erbe selvatiche

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lo spinacio selvatico è tra le erbe selvatiche commestibili di montagna una delle più conosciute e apprezzate
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Verdura e erbe selvatiche

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lo spinacio selvatico è tra le erbe selvatiche commestibili di montagna una delle più conosciute e apprezzate

Lo spinacio selvatico è una pianta erbacea perenne, il suo nome scientifico è Chenopodium bonus-henricus ma è conosciuto con il nome di “buon enrico” e in dialetto bresciano è detto péruch.
Nelle zone montane e alpine, il Péruch cresce dai 500 fino oltre i 2000 metri e raggiunge un’altezza che può arrivare a 60 centimetri.
Nasce nei terreni che sono stati occupati da animali al pascolo come pecore e vacche e che si arricchiscono quindi di materiale organico, anche luoghi incolti o ruderali ma concimati, per questo è facile trovarlo vicino alle malghe.

STORIA
È una pianta conosciuta sin dall’antichità, molto apprezzata per il suo valore nutritivo.
Era considerato un alimento povero, oggi, al contrario, è molto ricercato in sostituzione dello spinacio comune per il sapore nettamente superiore.

CARATTERISTICHE
Ha l’aspetto di una pianta erbacea con un fusto che porta dei fiori, il fusto è solcato per la sua altezza da striature rossastre.
Le foglie sono carnose, triangolari, portate da un’asta e con margine intero, leggermente ondulato, le due orecchiette alla basa sono rivolte verso il basso, le foglie inferiori sono più grandi e di un verde più scuro rispetto alle superiori.
Dopo la raccolta dei germogli o delle cime immature delle giovani piante, il Péruch viene lessato e consumato in vari modi: nei ripieni, nel minestrone, nelle frittate o al burro, Si possono utilizzare anche le foglie giovani crude per ottime insalate.

STAGIONALITÀ
La fioritura avviene da giugno a settembre. Di preferenza si raccolgono le foglie giovani, nei mesi tra maggio e giugno a seconda della località.

CURIOSITÀ/ANEDDOTI
Il termine “bonus-henricus” (buon enrico) è stato dato per onorare la memoria di Enrico IV, re di Navarra e poi di Francia (1589-1610) protettore dei botanici e dell’agricoltura.
Si racconta che Enrico decise di aprire alla popolazione affamata i cancelli del parco reale, permettendo la raccolta di erbe selvatiche e per gratitudine il popolo gli dedicò questo spinacio selvatico dal sapore gustoso.

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