La segale è un cereale dall’origine molto antica, tradizionalmente coltivato in tutta la Valle Camonica, grazie alla sua resistenza al freddo e la sua capacità di crescere anche su terreni acidi e poveri di elementi nutritivi, per questo era tra i cereali il più coltivato.
STORIA
La segale veniva coltivata da secoli e se ne attesta la presenza già a partire dal 1600.
La segale era la coltivazione di gran lunga più diffusa, con produzioni massime per la Valle Camonica, nell’area di Malonno-Edolo e ben insediata anche nell’Alta Valle, e fra le località più meridionali della valle, a Borno, Ossimo e nella Valle di Lozio.
Verso la metà dell’Ottocento la coltivazione della segale era quasi scomparsa nella Bassa Valle, completamente sostituita dal mais.
CARATTERISTICHE
Dopo la semina autunnale si zappava il campo a marzo mentre a maggio si “mondava” dalle erbe la segale già alta; a luglio si raccoglieva, la mietitura era lavoro per le donne, i covoni con le spighe seccavano sotto il tetto fino ad agosto.
Quindi si “benediva” la segale, battendo i covoni su un’asse, poi una seconda battuta col bastone, infine, si sgranavano le spighe a mano, recuperando granella per le bestie.
Dulcis in fundo la granella vagliata e pulita andava al mulino e tornava farina per il pane.
STAGIONALITÀ
La semina della segale avveniva in autunno, in luna crescente, mentre la mietitura da fine luglio ai primi di agosto. Si conoscevano anche varietà di segale a semina primaverile.
CURIOSITÀ/ANEDDOTI
Tra i detti comuni uno dice che: “è meglio una brutta zappata a marzo del campo di segale che una bella zappata in aprile”
Ogni famiglia faceva il pane nel forno di casa, o dai vicini; in alcune comunità la “pasta madre”, cioè un panetto conservato dell’ultimo impasto, era condivisa dalle famiglie che se la passavano di casa in casa.